Ho conosciuto Andrea all’evento “VR Next Level of Psychology” in Spatial, nell’agorà ArtTech, organizzato da Francesco Spadafina e Dario Buratti, con l’intervento di Stefania Operto, all’interno di #PyramidCafèShow: un gran bel modo per conoscersi …
Andrea Violetto, psicologo e psicoterapeuta a indirizzo psicoanalitico, da sempre appassionato di tecnologia, si propone con un percorso di psicoterapia anche nel Metaverso. Senz’altro tra i primi professionisti sanitario al mondo ad aver ideato e sviluppato questo progetto, che prevede la creazione di studi virtuali in cui accogliere i pazienti, nei vari “mondi” che il Metaverso ci offre. Il 22 settembre 2023 è stato lanciato il suo libro “Il primo psicologo del metaverso”, in cui Andrea illustra non solo cosa sia il Metaverso e come accedervi, ma descrive gli ambienti che ha creato, le modalità per provare questa esperienza sino ai benefici che i pazienti possono ottenere incontrando la psicoterapia nel mondo virtuale.
Eccoci alla breve intervista che ci ha rilasciato per DigitaGuys:
DG: La tua pratica di Psicoterapeuta nel Metaverso ti ha portato, in estrema sintesi, a quali scoperte?
E’ senz’altro un gesto pioneristico ma ho trovato doveroso, da professionista, non ignorare chi vive nel Metaverso. Quindi, in sintesi, ad oggi, posso affermare che anche nel Metaverso la psicoterapia (con strumenti propri della Psicoanalisi) ottiene risultati sovrapponibili a quelli del setting classico. Il paziente, in situazione di confort, racconta e lavora su sé stesso sul lettino del mio studio reale come in quello virtuale. Il lavoro da fare è ancora lungo ma sono molto fiducioso che questo sarà lo strumento di un futuro nemmeno così lontano…
DG: La VR e nello specifico il Metaverso predispone, secondo te, ad un più facile contatto con le proprie emozioni? Se sì, questo permetterebbe, un miglior contatto con l’immaginifico e la creatività?
Assolutamente si. La parte più complessa, se vogliamo, è quella del Terapeuta a cui è richiesto un lavoro più denso e complesso. Per ciò che concerne il paziente io ad oggi noto come un contatto, in questi ambienti, sia più “facile” (una parola non esaustiva, ma la uso giusto per farmi capire con semplicità) ed anche “veloce”, ottimizzando i tempi della seduta. Per ciò che concerne immaginazione e creatività, sicuramente come ogni viaggio nell’onirico, è possibile un contatto più fluido con tutte le possibilità tecniche che la tecnologia VR concede per la “trasformazione” di quegli stimoli in qualcosa di effettivo e tangibile.
Riguardo il vostro progetto in progress di portare classi di giovani a fare brainstorming con l’uso del VR potrebbe essere rivoluzionario! Noto sempre di più come in quello che chiamiamo Metaverso vadano a fondersi il “Se Ideale” e quello che è stato chiamato “Se Virtuale” (quello dei Social), in una sintesi davvero interessante in cui il soggetto diviene più legittimato ad esprimere parti profonde e, spesso, negate. In questo senso, la qualità creativa prende tutta una nuova forma, anche più vicina alle intenzioni inconsce del soggetto. Quindi davvero interessante il vostro progetto di testare il brainstorming nel metaverso comparando l’esperienza nel real world! E se all’inizio avete incontrato delle difficoltà, persistete!