Nella due giorni di “Artificial Creativity” milanese incentrata sulla creatività artificiale, noi DigitalGuys c’eravamo. Ecco in sintesi l’esperienza vissuta attraverso le parole di Alessandra Corbetta, Dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione e dei Media, scrittrice, poetessa, blogger e docente all’Università LIUC.
La parola chiave che ci ha accompagnato durante tutta la “due giorni”: “quali sono i limiti di una co-esistente cultura non umana?”
Luisa Cozzi – AI può scrivere in versi o si parte dal presupposto che la modalità sia quella della clonazione più che quella di una creazione?
Alessandra Corbetta – In riferimento al processo creativo che sta alla base della scrittura poetica, fatto anche di studio, competenze tecniche e conoscenze specifiche, è difficile pensare che possa essere soppiantato dalla macchina; se per altre mansioni o altri tipi di scrittura, pensiamo ad esempio a quello della narrativa per l’infanzia, l’IA viene già utilizzata silentemente andando a rimpiazzare la scrittura umana, in ambito poetico gli esiti si collocano a un livello qualitativo piuttosto basso; a ciò si aggiunge il fatto che la poesia, in quanto genere letterario e arte al tempo stesso, si lega profondamente alla dimensione dell’esistenza umana e, dunque, è più consono pensare eventualmente a una sua integrazione all’interno della scrittura in versi e non a una sua azione limitativa o riduttiva della “poesia tradizionale”.
Luisa Cozzi – L’idea, oramai diventata attualità, di vivere in un mondo che sta al limite tra ciò che siamo stati per millenni e ciò che siamo in grado di assorbire e che ci trasforma attraverso la AI, sembra ancora inquietante ma quali potrebbero essere, per esempio, le opportunità per la poesia?
Alessandra Corbetta – Non credo che l’IA abbia molto da offrire alla poesia; è tarata su un uso standard della lingua, ed è possibile, dialogando con essa, imbattersi nell’errore generativo e, ancora una volta, ci troviamo a essere in balia di un virtuale totale, nel quale bisogna fare i conti con l’assenza del corpo e un altrove in realtà molto diverso dal nostro “qui e ora”. Se, in altri ambiti, le opportunità offerte dall’IA sono piuttosto interessanti, in quello della scrittura creativa in genere possono destare qualche “wow” ma non produrre alcunché di significativo dal punto di vista culturale ed esistenziale.
Luisa Cozzi – Pensare che l’emozione, il suono, la ricerca del giusto lemma passi dalla “penna” dell’Intelligenza Artificiale, un po’ affascina e un po’ ci rende sospettosi, soprattutto quando si immagina quanta seduzione possano produrre i poeti, fatti come noi di carne, ossa, sangue e pulsioni e, però, diversamente da noi, assunti nell’Olimpo della Maestria grazie al loro talento e alla loro conoscenza e cultura. Rispetto a ciò, l’incorporeità e l’assenza totale di vita – per come noi la intendiamo – e quindi di dolore e di gioia, come può far nascere la poesia? È solo pura conoscenza introiettata dalla AI alla velocità della luce, e rielaborata grazie ai bit?
Alessandra Corbetta – Ecco, esattamente per quanto tu consideri in questa domanda, ribadisco il concetto appena espresso, prendendo in esame anche il tema relativo alla memoria dove, quella propria dell’IA è data da un caricamento, seppur ingente, di dati e, nelle versioni che lo consentono, da un addestramento ad hoc che resta però molto, molto lontano dal bagaglio esperienziale, culturale ed emotivo che un’autrice o un autore “naturali” possono portare con sé e donare nei loro versi.
Luisa Cozzi – Esisterà mai un premio di poesia AI per soli autori (virtuali o umani)?
Alessandra Corbetta – I poeti, quelli che respirano, e i sedicenti tali amano i premi. Anche l’IA dovrà crearne uno!
Alessandra Corbetta è una ricercatrice e accademica specializzata in Sociologia della Comunicazione e dei Media. Ha conseguito il dottorato di ricerca in questo campo, consolidando una profonda expertise nelle dinamiche sociali legate alla comunicazione contemporanea. Attraverso i suoi studi, Corbetta esplora il modo in cui i media influenzano le interazioni umane, la costruzione dell’identità individuale e collettiva, nonché i processi di formazione dell’opinione pubblica.