I processi di creazione di valore tra piattaforme reali, web e virtuali.
I mondi virtuali non sono solo ambienti in cui simulare una professione o un prodotto/servizio: sono essi stessi mercati in via di sviluppo grazie alla transmedialità sempre più spinta dai digital content virtuali.
Però pensare alla creazione di un Brand virtuale, avviare attività di marketing nei MUVE, significa pensarlo per quei luoghi e per i suoi abitanti, ben sapendo che l’immigrazione non è un fatto di poco conto, soprattutto per chi culturalmente non è incline alla sospensione dell’incredulità.
Per dirla tutta, non credo sia al momento un’esperienza culturalmente facile, lo shock è forte, e porta spesso all’incredulità/rifiuto/inadeguatezza. Ricordiamoci cosa accadde alla gente al Salon Indien durante la proiezione fatta dai Lumière dell’Arrivo del treno alla stazione della Ciotat.
L’effetto generale di fuga è lo stesso, in più viziato dal surmenage che grafica computerizzata, effetti speciali, gaming hanno creato attorno alla rappresentazione grafica digitale. Sembra tutta la stessa cosa.
Il risultato è spesso una aspettativa sbagliata di quello che si può fare. Per centrare l’obbiettivo, si deve pensare come per una attività reale, ma ben sapendo che si è immigrati digitali, che cittadini lo si diventa dopo un po’ di tempo: la green card non è immediata da guadagnare.
In questo incontro introdurremo una visione di insieme sulle piattaforme di realtà virtuale sociale, le loro caratteristiche sociali ed economiche. Vedremo assieme quali sono le interazioni possibili fra web, eventi reali e virtuali, quali sono i servizi/prodotti e le professioni più ricercati, incontreremo professionisti che già operano nei mondi virtuali, e proveremo i primi passi da Avatar nella sede del MEET, in uno dei più semplici e intuitivi dei mondi virtuali.