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Studi recenti esplorano concetti correlati, come la risonanza della coerenza nelle reti complesse, che mostra come l’ottimale intensità del rumore possa migliorare la sincronizzazione delle reti, un effetto dinamico che emerge dalla sinergia tra struttura della rete e casualità (Meeting & Events). Anche le interazioni nei mondi virtuali, come analizzato in studi su piattaforme come World of Warcraft e Second Life, dimostrano come le reti di contatto e mobilità influenzino le dinamiche sociali e cognitive.
In questo senso stiamo sperimentando un nuovo case study che abbiamo voluto chiamare Ciclo Creativo Integrato, che si basa sulla creazione di condizioni sequenziali che rendono valido lo stesso concetto a diversi livelli di esperienza, sia intellettuale che emotiva, e del tutto simile alla struttura di un insieme frattale. Questo approccio permette di esplorare un concetto attraverso molteplici prospettive, arricchendo e amplificando l’idea originale. Approfondiremo successivamente questo argomento parlando di “Reticoli di Risonanza” per descrivere reti dinamiche di connessione all’interno dei metaversi. Queste reti, secondo noi, vibrano e risuonano in risposta alle interazioni degli utenti, evolvendosi costantemente e riflettendo le influenze reciproche tra individui, comunità e ambienti virtuali.
Il recente evento realizzato da noi sull’Embodiment all’interno dell’Extended Hall in Spatial ha voluto rappresentare un momento in cui sperimentare queste logiche coinvolgendo anche elementi di AI generativa, i quali sono tra gli elementi alla base della nostra ricerca.
Partendo dunque dagli studi sull’embodiment realizzati dal Dipartimento Metaverso & Neuromarketing dell’Associazione AINEM, abbiamo voluto rappresentare questi concetti anche in forma “creativa” e su livelli differenti. L’ambientazione, la dimensione spaziale e la scenografia sono state realizzate in modo da evocare negli avatar presenti una profonda esperienza emozionale e far meglio comprendere loro il concetto di Embodiment o di incarnazione come esperienza emotiva e, successivamente, di “immersività sensoriale”.
Per farlo ci siamo anche avvalsi di sistemi di AI generativa partendo da una serie di prompt che abbiamo voluto trarre non solo dai concetti apicali e dalle prove di analisi prodotte dal gruppo di neuromarketing nell’ambito dei propri studi, ma anche da una serie di spunti letterari che hanno costituito una guida simbolica per quegli studi, ovvero:
Nell’induismo il termine avatar sta a indicare la “discesa di una divinità” sulla Terra avente lo scopo di ristabilire o tutelare il Dharma, cioè la legge universale.
Riguardo Pirandello e il suo lavoro sull’identità, ricordo il termine ‘personalità’, che con molta probabilità deriva dall’etrusco “uomo con la maschera”.
Derrick de Kerckhove dice: “Quando il corpo aumenta la sua capacità di connessione e di interconnessione grazie alla rete, si moltiplicano le opportunità di accesso e di acquisizione di dati per quel corpo che ne fa esperienza e che, condividendo esperienza in tempo reale, produce altre realtà e altra conoscenza. L’alfabeto e web, l’occhio e la pelle trovano uno spazio comune, sinestesico.”
Svitlana Matviyenko, The University of Western Ontario, 2010 “Il mondo digitale permette agli utenti di mettere in atto due processi: la ri-definizione dell’identità e la ri-creazione del sé”.
Laura Cocciolillo scrive un trattato: “Avatar, empatia ed embodiment in corpi non-umani”.
Lo psicologo Frédéric Tord, École, Nanterre, scrive: “L’identificazione dell’utente con il proprio avatar culmina con il fenomeno dell’auto-empatia, un processo che permette all’utente di immedesimarsi con “l’altro-in-sé”, creando una “visione interiorizzata” di sé stessi con il fine di rappresentare il proprio mondo soggettivo.”
Michael Honeck, direttore del design dell’esperienza globale per il Metaverse Continuum Business Group di Accenture, dice: “Gli architetti e i designer del Metaverso dovrebbero vedere la narrazione e l’esperienza non come un binario ferroviario rettilineo, ma come una leggera brezza che li invita nella giusta direzione”.
Utilizzando tutti questi imput, alla fine del processo di sintetizzazione dei prompt, abbiamo proceduto alla realizzazione delle immagini con una serie di risultati creativamente interessanti nelle figure di avatar dai volti elettrici e di loro trasfigurazione in radiografie e sezioni cerebrali, grafici e simboli, stilizzazioni geometriche. Una serie di richiami astratti all’idea di incarnazione e allo studio dei suoi processi emotivi.
Successivamente le immagini sono state ulteriormente processate per creare video-morphing che riproducessero l’idea di Embodiment e membrane trasparenti da inserire nella scenografia dello spazio dell’evento.
Un’esperienza che ha voluto creare una serie di procedure nella sperimentazione del Ciclo Creativo Integrato e che è orientata a suggerire nuovi approcci creativi sia nell’ambito dell’utilizzo dei sistemi di AI generativa che nell’uso di spazi metaverse come luoghi di esplorazione emotiva e cognitiva.
Dario Buratti