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Dalle tecnologie della condivisione alle tecnologie dell’identità. Pubblicato in Filodiritto.it


Abbiamo adottato rapidamente la tecnologia del Video Meeting come anticorpo per rispondere alla separazione sociale che il coronavirus ci sta imponendo. Ma la partecipazione rimane un problema irrisolto, perché è proprio qui il suo limite.

È interessante vedere come la nostra società abbia adottato rapidamente la tecnologia come anticorpo per rispondere alla separazione sociale che il coronavirus ci sta imponendo. Ciò che sembrava mission impossible, smuovere il paese verso l’adozione d tecnologie digitali, in pochi mesi è diventata pratica quotidiana. E-learning, smart working, videochat. Quest’ultima pare dare la migliore risposta alla domanda di socialità e di relazione a distanza, la nostra necessità di incontro. Meeting.

Incontro attraverso il moltiplicarsi delle persone sullo schermo, un collage di volti e di voci. Ora quelle conosciute negli incontri di lavoro, dove le voci si intrecciano in un contrappunto di interventi. Ora corali collettive e unisone come i grandi meetup video di diversi eventi europei e mondiali che hanno portato una ventata di collettività quando non era più possibile partecipare.

Ma la partecipazione rimane un problema irrisolto. Abbiamo risolto solo l’incontro. Perché è proprio qui un limite fisiologico del video meeting.

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